Grazie alla proposta-evento della Pastorale Giovanile diocesana sabato 18 Luglio tanti ragazzi e ragazze provenienti dalle varie parrocchie della Diocesi si sono svegliati di buon’ora per poi incontrarsi a Pian dell’Elmo, località appenninica dalla quale sono partiti per raggiungere la vetta del Monte San Vicino (1480 m). Da lontano non si riusciva ad intravedere la cima del monte, immersa com’era nella nebbia: la giornata si prospettava piovosa e fredda, ma si decise di partire ugualmente, affidandosi alla Provvidenza.
Lungo la prima parte del sentiero, nonostante il tempo poco clemente, grazie alle parole di Don Alessio i nostri giovani hanno meditato sulla Parabola del Seminatore e in che modo il Signore ha seminato la Sua Presenza nelle loro vite, che è un convivere di terreno buono, sassoso, coperto da rovi e coperto dalla strada (proprio come i tipi di terreno che stavamo percorrendo in quel momento) attraverso la Sua Parola, le persone e le situazioni che Lui ci fa incontrare. Per un po’ tutti hanno camminato in silenzio, accompagnati solo dal suono dei passi e della leggera pioggia che si infiltrava tra le chiome dei faggi.
Arrivati al limitare del bosco, in uno spiazzo scoperto, si è aperto davanti agli occhi di tutti un piccolo, inaspettato miracolo: le nubi che ci avevano accompagnato fino a quel momento hanno cominciato ad aprirsi lasciando spazio al sole e ad un panorama mozzafiato. I colori del Lago di Castreccioni, delle colline e delle valli si mescolavano in tutta la loro bellezza: la vista di questo paesaggio, che difficilmente si può descrivere, stava ripagando la fatica della salita.
Il viaggio verso la cima è continuato all’insegna del sole, delle risate e di canzoni accompagnate dalla chitarra.
Dopo circa 2 ore di cammino ecco finalmente la prateria della vetta, dove abbiamo ammirato il panorama stupendo delle Marche e scattato tante foto. Per concludere il momento di riflessione personale e farne dono agli altri, i ragazzi si sono divisi in gruppi condividendo nella massima libertà quello che avevano meditato durante il silenzio della camminata. I cuori si sono aperti ed ognuno ha regalato all’altro un pezzo della propria storia, della propria vita, della propria anima, non senza qualche lacrima di dolore o di gioia.
Ciò che è venuto fuori dalla condivisione è servito certamente per comprendere e conoscere meglio gli altri compagni di viaggio, ma è stata anche l’occasione per fare memoria della propria vita e rileggerla più in profondità, riconoscendo il passaggio di Dio che mai ci abbandona e ogni giorno bussa al nostro cuore, anche quando non ci sentiamo di essere “terreno buono”.
La giornata è proseguita con il pranzo al sacco, chiacchierando, cantando, suonando, ridendo con gli occhi rivolti al cielo, dove ormai le nuvole bianche si alternavano al sole come se fossero nel bel mezzo di una gara, per ringraziare Dio dei bellissimi momenti vissuti insieme come vera comunità, come vera Chiesa unita e giovane che nonostante i suoi dolori e le sue fragilità, con gioia cammina sempre come un solo Corpo in Dio verso la meta, verso la vetta: il Paradiso.
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